Vivo a Lucca e amo la mia città, forse perché è ancora una città a misura d'uomo, ricca d'arte, di storia e di angoli suggestivi. Soprattutto vi è sopra la cinta muraria, il baluardo di S. Martino ove sono presenti elementi di grande ispirazione; proprio lì vi ho visto l'ideale rappresentazione di un'opera Shakespeariana ed in particolare del Macbeth musicato da Verdi. Questa tragedia rappresenta il "dramma del mondo" che si ripete nella storia della vita di ogni uomo.
Il Progetto Lucca Cinge Macbeth (titolo che rappresenta tutti e tre gli elementi ovvero la città, le mura da muro di cinta, cingere, e l'opera) è nato da un interesse personale di proporre ai cittadini un teatro all'aperto pensato per un breve periodo estivo. Ho tratto ispirazione per la struttura delle gallerie dal Globe Theatre del periodo elisabettiano collocate nella pianta della cannoniera del Baluardo di san Martino, scelta motivata anche dal fatto che confrontando le piante, l'una ricorda l'altra.
Lo spazio scenico, come le gallerie, saranno caratterizzate da una impalcatura di tubolari a due ordini, da cui gli spettatori, assistono allo spettacolo e al momento stesso si sentono proiettati dentro la scena e conseguentemente dentro l'evento, partecipando emotivamente al dramma come di consuetudine nel teatro elisabettiano. La mia idea di rappresentazione e ambientata in uno spazio scenico caratterizzato da tutti gli elementi: pietra, alberi, specchi, legno, metallo ed è volutamente naturale ed essenziale. La costruzione geometrica utilizzata è il cubo ripetuto in modulo. L'elemento che si estende in altezza allude al castello di Macbeth e alle torri di Lucca città fortificata.
Queste strutture sono costruite in tubolari e rivestite con un materiale adatto per le proiezioni attraverso l'utilizzo delle luci, delle retroproiezioni (come effetti tipo silhouette) questo insieme permette la realizzazione della duplicità scenica. L'occhio dello spettatore si misura da una parte con la maestosità, la potenza, la pesantezza di una costruzione sviluppata in larghezza, metafora della brama di potere materiale di Macbeth, dall'altra con la voluta trasparenza, leggerezza, impalpabilità e non nitidezza delle ombre che danno corpo all'immaginario irreale dell'incubo. I quattro atti si svolgono in altrettanti luoghi che sono il frutto di uno spazio costruito con dei cubi che richiamano il famoso cubo magico di Rubik.
Chiara Nardi
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